Le ragioni dell’autocompostaggio

Cosa ci appartiene

Tutte la materia di questo mondo, da quella di cui siamo fatti a quella che ci circonda, non ci appartiene: la usiamo e poi la dobbiamo lasciare. Anzi, come dice uno slogan fin troppo maturo, la dobbiamo restituire ai nostri figli, ai nostri nipoti, insomma a quelli che verranno dopo di noi da cui l’abbiamo avuta in prestito.  Solo le esperienze ed i sentimenti ci appartengono, e ci distinguono gli uni dagli altri rendendoci unici ed irripetibili. La vita, quella che conosciamo, si muove per cicli continui che, nel tempo, si ripetono e si proiettano in tutte le direzioni possibili ed immaginabili. In una di queste ci siamo noi.

A cosa apparteniamo

La Terra non ci appartiene mentre noi apparteniamo ad essa: dai suoi ritmi e cicli vitali non possiamo affrancarci. Fra questi, la sintesi clorofilliana, da cui origina la massa biologica del pianeta e l’ossigeno. Un processo “miracoloso”, mosso dal sole, che mette in ordine, dentro le molecole del glucosio, l’anidride carbonica e l’acqua raccolte dall’atmosfera dove queste sostanze prima o poi tornano, al termine della ineluttabile decomposizione di ogni corpo vivente. E’ il ciclo della vita, che avviene anche senza di noi, e che quindi non possiamo non assecondare. Ci attraversa ogni giorno fin dal nostro primo respiro.

La vera ragione

Prima ancora dei più pratici e comprensibili motivi economici e normativi, è questa la ragione per cui bisogna fare il compostaggio, per ridare alla Terra ciò che viene dalla Terra.